#012updates- 012Factory e Joylocker I : Joylocker coniuga Open Innovation e Imprenditoria classica nel progetto “Emotion Inside” in collaborazione con Kiton e l’Università Degli Studi Della Campania “Luigi Vanvitelli”

 

Joylocker rende “fisica e tangibile” un’emozione con il progetto “Emotion Inside”in collaborazione con Kiton e l’Università Degli Studi Della Campania “Luigi Vanvitelli” di Aversa. Joylocker, startup incubata da 012Factory, attiva nel campo dell’Open Innovation, è nata grazie all’idea dell’ingegnere Gabriele Ferrandino di un dispositivo, letteralmente un lucchetto digitale, che declina in chiave smart e green il classico e storico concetto del lucchetto dei ricordi. Con JoyLocker, è possibile creare un account sull’omonima app e, connettendo il piccolo device allo smartphone, salvare una data speciale, corredandola di frase e foto per ricordare quel momento, sigillandolo per sempre. Infatti, da quel momento partirà un contatore di giorni, ore e minuti che non si interromperà mai.

Da quest’invenzione nasce il progetto “Emotion Inside” in collaborazione con Silverio, Maria Giovanna e Raffaele Paone dell’azienda Kiton e Ornella Zerlenga del Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale dell’Università degli Studi Della Campania “Luigi Vanvitelli” di Aversa.

L’azienda Kiton, leader nel settore della produzione di borse e borsoni da viaggio, nell’ambito di questo progetto, si pone come obiettivo la realizzazione di un prodotto che da oggetto di utilizzo ordinario diventi custode di un’emozione, fornendo al proprio cliente un capo, che, oltre ad essere esclusivo, sia unico in assoluto per lo stesso, in quanto custode di un’emozione che ha vissuto e che pertanto lo riguarda. Lo studio ed il design del nuovo prodotto, in cui vi sarà l’inserimento della tecnologia del brand Joylocker, sarà poi il risultato di una partnership con l’ Università degli Studi Vanvitelli di Aversa. . Vedrà coinvolti anche studenti universitari, cui verrà lanciata una sfida, e i cui vincitori, otterranno un premio in denaro e avranno la possibilità di assistere a tutte le fasi di realizzazione del prodotto progettato.

A tal proposito, abbiamo rivolto alcune domande a Gabriele Ferrandino, fondatore del brand Joylocker per saperne di più e scoprire i dettagli del progetto “Emotion Inside”.

1. Come e quando è nato il progetto Joylocker?
Joylocker nasce nel settembre 2017 da una mia idea, per rendere innovativa e globale l’esigenza di rappresentare fisicamente l’emozione di un momento.. Joylocker è l’upgrade dello storico lucchetto dell’amore, declinato in chiave moderna, per memorizzare un tuo momento speciale. E’ stato creato per custodire l’emozione di un attimo, rendendola «fisica e tangibile» , ma allo stesso tempo condivisibile e virale. Joylocker registra una data, una foto, una dedica e li memorizza per sempre , rendendoli eterni.

2. Quale è la mission di Joylocker?
La nostra mission è la più scontata del mondo: "Emozionare il nostro pubblico, e vendere quanti più joylocker possibile al mondo intero".

3. La situazione contingente, dovuta all’emergenza sanitaria Covid-19, in che modo ha impattato sul vostro percorso? Vi ha rallentato o spronato ancor di più?
E’ doverosa una premessa: il prodotto debutta nel vero senso del termine i primissimi del 2020 con la campagna di San Valentino ed ottiene un buon successo. Poi immediatamente dopo avvengono le chiusure causa Covid-19 nonostante nel gennaio/febbraio 2020 ci fossimo già preparati per un importante passo nel mercato B2B. Uno dei mercati più interessanti per il prodotto è, infatti, il mercato degli eventi di festeggiamento. Scendendo nei dettagli, la nostra strategia consiste nel vendere i joylocker brandizzati alle ville dedite ai festeggiamenti (tipo Tenuta San Domenico etc.) cosicché poi ciascuna villa faccia un proprio dono al festeggiato che ospita, ed avvii in questo modo una politica di customer care e fidelizzazione del cliente. Nonostante la chiusura sia stata una brutta battuta d’arresto e ci abbia stroncati sul nascere, non ci siamo scoraggiati e a maggio/giugno 2020, non appena sono ripresi i festeggiamenti, con grande tenacia siamo andati in giro a vendere il nostro prodotto ed abbiamo, non senza difficoltà, anche acquisito una discreta clientela. Per cui posso affermare che la difficile situazione dovuta al Covid-19 ci ha anche spronati.

4. Quando è nata la collaborazione con 012Factory e quanto è stato importante il team di 012 per il vostro successo?
Sin da subito vi è stata un’unione di intenti, per noi molto importante. E’ stato, inoltre, fondamentale, sapere di avere qualcuno a cui rivolgersi. Non meno rilevanti sono state anche le connessioni relazionali avute grazie a 012Factory.

5. Quali sono state le strategie condivise con il team 012?
Io ho l'abitudine di condividere moltissimo con 012, ed anche loro sono attenti a segnalarmi le opportunità più adeguate per la mia start-up.

6. Quali obiettivi vi siete prefissati per il futuro prossimo?
Obiettivi generali e nel breve termine che intendiamo realizzare sono: entrare in maniera determinata nel mercato degli eventi di festeggiamento, per cui già il 12 Aprile partiranno i commerciali a tappeto, principalmente in Campania e in Calabria, ancora abbiamo intenzione di aumentare le collaborazioni come quella con Kiton, in settori di abbigliamento, ad esempio quello delle t-shirt e cravatte, debuttare all’estero e avviare azioni volte a trovare nuovi investitori.

7. Di recente, avete realizzato il progetto “Emotion Inside” con Kiton e l’Università Degli Studi Della Campania “ Luigi Vanvitelli” di Aversa . Ci racconti come è nata la partnership, quali obiettivi e indirizzi operativi si prefigge e quanto è stato importante questo network per la crescita della vostra startup.
In questo momento di pandemia globale dove abbiamo tutti il morale a terra, va e deve andare il plauso a chi , come gli attori del progetto, hanno dato vita ad un’iniziativa che guarda al futuro. Joylocker e Kiton avrebbero potuto giocarsela in casa, ma io ho suggerito, e sono stato subito apprezzato da Kiton, di coinvolgere gli studenti universitari e lanciare loro una sfida per la progettazione del design del borsone e del lucchetto. Formare i ragazzi su un caso reale, che diventerà un prodotto: questo il valore aggiunto del corso universitario di quest’anno di Ornella Zerlenga, direttrice del dipartimento Design e Disegno Industriale dell’Università degli Studi Vanvitelli che ha sin da subito accolto la proposta con entusiasmo. Pertanto, il progetto verrà sviluppato da gruppi di ragazzi, ci sarà una commissione che designerà un vincitore, al vincitore verrà conferito un premio in denaro e la possibilità di seguire le fasi di produzione del prodotto progettato. Infine, relativamente a tecnologia e prodotto, oggi si parla tanto di «Internet delle cose», noi abbiamo invece pensato di dare un’anima alle cose, perché se indossi una giacca o una shirt o un gioiello, che ha un’anima pulsante in quanto contenente un’ emozione personale, che tu hai voluto appositamente far custodire nel prodotto, beh, ecco che il prodotto diventa quasi una persona.
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